Glaucoma primario del cane: prevenzione e nuove terapie
Il glaucoma primario è una patologia oculare molto subdola che porta lentamente ma inesorabilmente a cecità totale e può essere molto dolorosa.
Spesso viene definito come “l’aumento della pressione intraoculare”.
La definizione in uso comune non è corretta perché l’aumento della pressione intraoculare (IOP) è solo uno dei tanti sintomi di questa complessa patologia oculare, grande enigma la cui gestione è spesso esasperante sia per l’oculista che per i proprietari.
Dai Medici viene più tecnicamente definito come otticopatia degenerativa.
Alcuni lo chiamano “la morte silenziosa dell’occhio”, con una grande saggezza popolare.
Alcune razze canine sono predisposte a sviluppare questa malattia: Border Collie, Jack Russell Terrier, West Highland White Terrier (e molti altri terriers), Basset Hound, Beagle, Chihuahua, Pastore Tedesco, Great Dane (Alano), Greyhound, Samoiedo, Chow Chow, Golden Retrievers, Flat Coated Retrievers, le varie razze Spaniel (English Cocker Spaniel, American Cocker Spaniel, Springer Spaniel…), il Setter Irlandese, Barboncini Toy e Miniature, il Siberian Husky e lo Shih Tzu.
Questa lista è incompleta e in continuo aggiornamento (le razze segnalate ad oggi sono circa 50).
La casistica cambia da paese a paese in relazione alle condizioni locali: diffusione delle singole razze, screening di prevenzione negli allevamenti, diagnosi.
Se la diagnosi precoce è un importante aiuto nella cura di questa grave malattia, ancora di più lo è la prevenzione, che già a livello di educazione del proprietario è decisiva.
Come regola generale: chiunque sia interessato ad acquistare un cucciolo di una qualsiasi razza in un allevamento o da un privato, si informi prima sia attraverso gli oramai diffusissimi canali telematici, che in modo specifico dai Vets sulle patologie alle quali può essere predisposto, in modo da poter scegliere consapevolmente.
Sarebbe importante poi conoscere quali siano le possibili indagini preventive che dovrebbero essere effettuate e le certificazioni offerte dai vari allevatori/privati.
Più sono le certificazioni che offre un allevamento o un privato, maggiori (non totali, mi raccomando) sono le garanzie che il cucciolo non presenterà le patologie la cui razza risulta predisposta. Purtroppo queste certificazioni implicano, oltre che una trasparenza, un aumento del prezzo del cucciolo che spesso i proprietari non capiscono e non accettano, soprattutto perché non si sono adeguatamente informati prima.
Oggi in molte razze è caldamente consigliata la certificazione di esenzione dalle oculopatie ereditarie, fatta sia sui cuccioli che sui genitori riproduttori.
Nelle razze predisposte si consigliano comunque delle visite oculistiche specialistiche e sarà il professionista che consiglierà le varie procedure diagnostiche (misurazione della pressione intraoculare- IOP, gonioscopia, video-oculoscopia, ultrasound-biomicroscopy…) e le tempistiche.
Purtroppo quando il glaucoma primario si manifesta clinicamente, ormai i danni alla vista e all’occhio come entità anatomica sono molto avanzati e compromettono gravemente il benessere dell’animale. Spesso il processo ha già irrimediabilmente danneggiato un occhio e subdolamente sta lavorando sull’altro, clinicamente solo apparentemente “normale”.
A oggi gli ausili terapeutici sono numerosi ma devono essere ampiamente illustrati nei pro e nei contro da professionisti esperti perché devono essere adattati al singolo stadio della patologia, al paziente in toto ma anche al proprietario che dovrà andare incontro a spese spesso non indifferenti, dedicare molto tempo alla cura e ai controlli del proprio pet, magari dovendo anche spostarsi per gli stessi. Il proprietario deve essere correttamente informato di tutti gli aspetti della malattia.
Una terapia per il glaucoma primario (che, evidentemente è diverso dal secondario) implica una corretta diagnosi e può essere “profilattica” (per un occhio “portatore” del difetto ma al momento asintomatico) o curativa.
In questo secondo caso i protocolli terapeutici dovranno distinguere l’occhio non visivo o ipovedente, da quello che conserva ancora una visione.
Ultimo parametro che condiziona la scelta del trattamento da seguire riguarda il grado di dolore oculare e il coinvolgimento dello stato generale fino a compromissione del benessere animale. Gli oftalmologi seguono tabelle di riferimento tecniche che consentono un “grading” del dolore con parametri analitici standardizzati.
Le possibilità terapeutiche nel glaucoma sono vaste, spaziando dai protocolli medici che ricorrono alle terapie combinate di farmaci con differenti meccanismi d’azione sia locali che sistemici (diuretici, miotici, beta-bloccanti adrenergici, prostaglandine, inibitori dell’anidrasi carbonica, cannabinoidi, antinfiammatori, analgesici oppiacei…), ai protocolli misti che combinano farmaci ad ausili chirurgici (centesi bulbari, crio o laser ciclo fotocoagulazione transclerale nelle sue varianti…) fino alle chirurgie pure (le diversissime tecniche di creazione di shunts con o senza impiego di impianti). Purtroppo a volte la situazione comporta come scelta terapeutica finale l’enucleazione dell’occhio malato (anche qui con diverse tecniche chirurgiche).
La medicina preventiva rimane a oggi sicuramente il migliore strumento di controllo di questa come di tutte le altre patologie dei nostri pets.
A cura della Dott.ssa Lorenza Lucchi